Un caso di xenoglossia nella vita di San Francesco?

San Francesco d’Assisi, si sa, parlava con gli animali, ammaestrava i lupi, aveva le stimmate e compiva miracoli. Ma aveva anche il dono della xenoglossia, cioè di parlare lingue straniere non apprese in modo ordinario? Sembrerebbe di sì, stando a questa testimonianza narrata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze: «Aveva imparato miracolosamente da Dio la lingua francese. Si dice infatti nella sua leggenda che sempre quando si riempiva interiormente dell’ardore dello Spirito Santo dalla sua bocca uscivano ardenti parole espresse in lingua francese». Testimonianze come questa sono frequenti nelle biografie dei santi e contribuiscono a creare un alone magico e misterioso intorno a essi. Inoltre, sono formulate in maniera così assertiva e con tale sicumera da far pensare al lettore più sprovveduto che siano indubitabili.

In realtà, a indagare meglio la faccenda, si impara che di misterioso c’è ben poco. Già un altro biografo di Francesco, Johannes Joergensen, sconfessa Jacopo da Varazze: «Riguardo al modo con cui parlava la lingua francese, sappiamo che San Francesco non arrivò mai a parlare la lingua francese correttamente». Si deve poi considerare che il padre, Pietro di Bernardone, commerciava spesso in Francia e la madre, Madonna Pica, era addirittura di origine francese e usava in casa un dialetto piccardo o provenzale (Merenda, G. F., 2005, Francino. L’altra storia di Francesco d’Assisi, Armando Editore, Roma, p. 19). Insomma, di miracoloso nel francese, peraltro povero, di San Francesco non c’era niente, se non l’ostinazione agiografica di alcuni suoi biografi. Questa lezione, però, deve farci capire che, nel valutare i miracoli dei santi, non dobbiamo riporre una fiducia inconsulta nelle testimonianze più corrive sulla loro vita. Spesso già un semplice confronto con altre testimonianze, pure agiografiche, come in questo caso, tra  Jacopo da Varazze e Johannes Joergensen, ci aiuta a comprendere che determinate conoscenze non sono affatto così certe. Ciò che è “miracoloso” per uno è “poco corretto” per l’altro. Infine, il semplice confronto con i fatti – il padre di Francesco commerciava in Francia e la madre era francese – può aiutare a ristabilire agevolmente la verità, depurandola di ogni presunto miracolo. Insomma, metodo, onestà e atteggiamento critico spesso sono sufficienti a riportare un miracolo alle sue giuste dimensioni. A dispetto di ogni sicumera agiografica.

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