La magia nella criminalità nigeriana

Secondo tutte le fonti, la criminalità nigeriana si caratterizza per l’alta specializzazione nei traffici di stupefacenti, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Un aspetto spesso rimarcato di questa criminalità, così come emerge dalle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia, è che essa è contrassegnata da vincoli magico-religiosi che hanno un forte impatto coesivo sia nei confronti degli affiliati sia delle vittime.

Come recita la relazione del secondo semestre del 2007,

Tali gruppi, ramificati a livello internazionale, si caratterizzano per la forte componente esoterica, a sfondo voodoo o ju-ju, che va ad influire in maniera sostanziale sul reclutamento e sull’operato dei partecipanti, nonché, data l’alta valenza suggestiva, anche sulle stesse vittime del reato di tratta che restano, così, indissolubilmente legate, per timore di ritorsioni, ai trafficanti. I rituali, praticati con unghie, capelli e sangue delle vittime, mediante la pronuncia di un giuramento nella mani delle cd. maman – donne più anziane, a loro volta nel passato vittime, spesso, di tratta – inducono le malcapitate a perdere il senso della propria individualità, nella convinzione di essere oramai divenute “proprietà” di altri.

L’idea diffusa, che trova credito presso esperti, giornalisti e persone comuni, è che i nigeriani siano molto superstiziosi al punto da perdere ogni contatto con la realtà e lasciarsi completamente dominare dalla cultura tradizionale dalla quale emergono.

Questa idea è stata messa in discussione, negli ultimi tempi, da una serie di dati  e studi più recenti. Innanzitutto, è diventato sempre più chiaro che molte delle ragazze reclutate per prostituirsi sono consapevoli di ciò che andranno a fare in Italia, e non sono “semplicemente” vittime di inganni sostenuti da credenze religiose. Inoltre, sempre più si verificano percorsi prostitutivi sganciati dal classico vincolo con la maman, fenomeno che sta prendendo sempre più piede sia nel nord che nel sud Italia. Le ragazze riescono spesso a imporsi alle maman per contrattare autonomamente il debito, o si trasferiscono verso un’altra maman che scelgono come nuova protettrice o addirittura riescono a prostituirsi in forma autonoma, facendosi proteggere da un loro compagno. Ma soprattutto, molte testimonianze riferiscono che la soggezione delle prostitute nigeriane è garantita non solo dal legame magico-religioso del juju, ma anche dal timore di ripercussioni sul nucleo familiare d’origine e che il rapporto dei nigeriani nei confronti del patrimonio magico-religioso del proprio paese è più complesso e meno lineare di quanto generalmente si ritiene.

Ho l’impressione che la documentazione specialistica e giornalistica sul tema si lasci troppo guidare da un pregiudizio magico-religioso nei confronti delle popolazioni africane e assegni alle credenze magiche un ruolo eccessivo. Con questo non voglio dire che esse non abbiano alcuna parte nelle vicende della criminalità nigeriana, ma che tale parte deve essere valutata all’interno di un giudizio votato alla complessità, in conformità con i fenomeni che si verificano nella nostra società. In altre parole, penso sia necessario abbandonare le piste semplicistiche e limpide a favore di sentieri forse più difficili da percorrere, ma più conducenti alla verità.

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