Alcune funzioni sociali dell’ignoranza

Moore, W. E., Tumin, M. M.

(a cura e con traduzione di Romolo Giovanni Capuano)

Alcune funzioni sociali dell’ignoranza

Armando Editore, Roma,

pp. 128, 2020


Scritto nel 1949, Alcune funzioni sociali dell’ignoranza di Moore e Tumin rappresenta la prima trattazione sociologica dell’ignoranza e offre una prospettiva nuova ed estremamente attuale di un concetto solitamente affrontato in chiave moralistica e pedagogica. Il testo illustra alcune funzioni che l’ignoranza svolge nella nostra società e mostra che, seppure vituperata, condannata e ridicolizzata, essa è semplicemente indispensabile al funzionamento della nostra vita collettiva. Ne emerge un punto di vista paradossale, talvolta surreale, ma anche una lezione preziosissima sul come l’ignoranza pervada ogni aspetto della nostra vita di relazione e sul perché probabilmente l’ignoranza non scomparirà mai dalle nostre società. Un testo inatteso, dagli esiti sorprendenti, non a caso sistematicamente saccheggiato dai sociologi contemporanei e da tutti gli studiosi che, a vario titolo, si occupano di ignoranza.

Dall’Introduzione:

L’ignoranza è socialmente costruita e negoziata e, sorprendentemente, può essere funzionale, oltre che disfunzionale, alla società. La costruzione sociale dell’ignoranza, proprio come la costruzione sociale della conoscenza, assolve a una serie complessa di funzioni ed è utilizzata strategicamente per ottenere effetti politici, economici, sociali, culturali, che variano da contesto a contesto e da gruppo sociale a gruppo sociale. “L’ignoranza è conoscenza”, afferma Linsey Mcgoey e come tale può soddisfare bisogni strategici al pari della conoscenza. L’ignoranza è socialmente costruita e non può essere compresa come mera assenza o come l’opposto della conoscenza. L’ignoranza è sfaccettata e il suo ruolo nella società spesso non è l’opposto del ruolo della conoscenza. Inoltre, l’ignoranza è resa possibile dalla stessa natura dell’interazione sociale e della lingua; ed è radicata in parecchie norme sociali, occasioni, contesti, ruoli, copioni e identità. L’ignoranza è infine negoziabile, può essere strategicamente creata o manipolata e distribuita tra diversi gruppi e settori.

«L’ignoranza deve essere considerata non semplicemente come una condizione passiva o disfunzionale, ma come un elemento attivo e spesso positivo all’interno di strutture e rapporti concreti» (Moore e Tumin)

Wilbert E. Moore (1914 –1987), sociologo statunitense, si è occupato di stratificazione sociale da un punto di vista funzionalista. Insieme a Kingsley Davis, ha scritto, nel 1945, Some Principles of Stratification, considerato un testo fondamentale della sociologia contemporanea. Tra le sue opere è degna di menzione Social Change (1964), tradotta anche in italiano.

Melvin Marvin Tumin (1919 – 1994), sociologo statunitense, si è impegnato soprattutto nel campo delle relazioni razziali e delle questioni della segregazione e desegregazione. Uno dei suoi libri Social Stratification (1967) è diventato uno dei testi universitari maggiormente adottati negli insegnamenti di sociologia degli Stati Uniti. Tra le sue opere più importanti anche Caste in a Peasant Society (1975).