Galton e la saggezza delle folle

È possibile che le folle posseggano un’anima superiore che rende i loro giudizi giusti e affidabili? Il giudizio di una collettività di persone è davvero migliore di quello espresso da un singolo, per quanto esperto? Soprattutto, la democrazia – in quanto governo della moltitudine – è davvero la migliore forma di governo possibile?

Stando a quanto scriveva nel 1907 Francis Galton (1822-1911), cugino di Darwin, uomo poliedrico e plurisapiente, la risposta a tutte queste domande non può che essere positiva.

Se prendete, infatti, un gruppo di persone presenti a una fiera e le invitate a esprimere una valutazione accurata del peso di un bue, si vedrà che la media aritmetica – o meglio la mediana – delle loro opinioni si avvicina moltissimo alla soluzione corretta, fatto stupefacente e decisamente degno di approfondimento. Certo, metodologicamente ci sarebbe molto da ridire. L’esperimento di Galton ha una valenza più aneddotica che scientifica, seppure nel testo compaiano numeri e statistiche. Né lo stesso Galton riprovò a effettuarlo in ambienti diversi con persone diverse. Che sia poi una conferma della validità della democrazia, è tutto da vedere.

Varie obiezioni potrebbero, infatti, essere avanzate.

Galton non prende minimamente in conto il fatto che il giudizio delle masse possa essere profondamente condizionato da variabili psicologiche, sociologiche, politiche, antropologiche. Non considera i meccanismi persuasivi che agiscono sulle folle ad opera dei gruppi dei potenti e di quelli dei pari. Oggi, peraltro dovremmo considerare il ruolo dei mass media, dei social e delle miriadi di interazioni in cui siamo coinvolti quotidianamente. Insomma, la vox populi sembra distante dalla vox dei.

Eppure, oggi non manca chi, come il giornalista del «New Yorker» James Surowiecki è pronto a giurare che Galton avesse ragione. A patto, però, che siano rispettati i seguenti criteri di validità:

  • Diversità di opinione: ogni individuo deve avere un’opinione diversa dagli altri.
  • Indipendenza: le opinioni degli individui non devono venire influenzate da quelle altrui
  • Decentralizzazione: nessuno deve essere in grado di pilotare l’opinione degli altri dall’alto
  • Aggregazione: le opinioni devono poter essere aggregate in modo da ottenere un risultato finale.

Come è evidente, si tratta di criteri che difficilmente possono essere soddisfatti.

È estremamente problematico che ogni persona abbia un’opinione diversa da quella dei suoi simili, così come è praticamente impossibile professare un’opinione che non dipenda o sia condizionata da varie fonti di informazione (e persuasione). Nella realtà, le persone si influenzano a vicenda e pensano in maniera simile invece che sviluppare le proprie opinioni indipendentemente. Allo stesso modo, il peso delle opinioni altrui non sarà mai uguale a quello di ogni singolo individuo. Ci sarà sempre qualcuno le cui idee valgono più di quelle degli altri per competenza (esperti), esperienza, status sociale, carisma (opinion leaders). Infine, le opinioni non possono essere sempre aggregate in maniera perfetta.

Insomma, la teoria della “saggezza della folla” avrebbe validità solo in un empireo irraggiungibile. La folla non è necessariamente più intelligente della persona più intelligente che ne fa parte. Del resto, a bilanciare le idee di Galton, erano già interventi pensatori come Freud e Le Bon, profondamente convinti che le masse siano stupide e che lasciarsi coinvolgere dal pensiero delle folle significhi abdicare alla propria intelligenza.

La stessa democrazia produce spesso giudizi di compromesso, opinioni che si vengono incontro, che stanno in mezzo. Ma, anche in questo caso, non è sempre vero che in medio stat virtus. Tanto è vero che, ogni volta che viene emanata una legge, qualcuno rimane sempre scontento e la giudica dannosa, mentre anche i suoi più accesi fautori credono che “potrebbe essere migliorata”.

C’è poi il rischio che l’aggregazione matematica delle decisioni dei singoli membri della folla possa defluire in una sorta di mente o anima collettiva, un concetto più prossimo alla metafisica che alla scienza.

Leggete, allora, il breve testo di Galton, Vox Populi, nella mia traduzione, come una curiosità di un uomo curioso. Se non altro, potrebbe stimolare la vostra emulazione.

Riferimenti

Galton, F., 1907,  “Vox Populi”, Nature, n. 1949, vol. 75, pp. 450-451.

Surowiecki, J., 2005, La saggezza della folla, Fusi Orari, Roma.

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