Perché non c’era posto in albergo per Gesù?

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (Luca 2, 1-7. Bibbia CEI).

Il brano di Luca che descrive la nascita di Gesù e la sua deposizione in una umile mangiatoia ha sempre suscitato sorpresa e interrogativi. Irresistibilmente viene alla mente l’immagine di Giuseppe e Maria alla ricerca disperata di un albergo che non riescono a trovare. Perché? Perché a causa del censimento tutti gli alberghi erano occupati (come quando, ancora oggi, si partecipa a un evento senza prenotare una stanza e si rimane senza alloggio)? Perché i due sprovveduti non erano avvezzi a dormire in luoghi estranei? Perché il futuro salvatore del mondo doveva nascere in un luogo modestissimo per volere di Dio in modo che risaltasse ancora di più la sua condizione speciale?

In realtà, questi interrogativi potrebbero essere viziati da un errore di traduzione. Il termine greco utilizzato da Luca e tradotto con “albergo” è katàlyma, che, secondo gli esperti, può significare anche “caravanserraglio” ossia un recinto scoperto nel quale si chiudevano le bestie da soma, oppure “stanza” come in un altro passo di Luca (22, 11) dove Gesù dice agli apostoli di chiedere al padrone di casa: «Dov’è la stanza [katàlyma] in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?» (Bibbia CEI).

Insomma, niente a che vedere con alberghi o hotel di lusso, come anacronisticamente potremmo pensare. Resta il fatto che Giuseppe e Maria non riuscirono a trovare né una stanza né un recinto per animali. La ragione potrebbe essere la condizione di puerpera di Maria. Secondo la legge ebraica, infatti, la puerpera rimaneva impura per 40 o 80 giorni (40 per il figlio maschio, 80 per la femmina) e rendeva impuri gli oggetti e le persone con cui veniva in contatto. Non poteva, dunque, essere ospitata in una stanza – katàlyma – insieme ad altre persone.

Se le cose stanno così, l’umiltà della condizione natale di Gesù, più che a un presunto volere divino, potrebbe essere dovuta a una semplice circostanza imposta dai costumi locali. Spesso i teologi attribuiscono disegni ultraterreni a fatti che trovano la loro ragione in spiegazioni molto umane, distorcendo il significato di eventi che di numinoso, a ben vedere, hanno poco.

Fonte:

Beretta, R., Broli, E., 2002, Gli undici comandamenti. Equivoci, bugie e luoghi comuni sulla Bibbia e dintorni, PIEMME, Casale Monferrato (AL), pp. 95-97.

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