Calcio e “culture of complaint”

Il calcio odierno pare pervaso da una tentacolare culture of complaint che riflette una tendenza, da tempo affermatasi nella società contemporanea e la cui cifra più rilevante è un desiderio tenace di vittimismo orgiastico, nel senso che le presunte vittime sembrano trarre un piacere multiplo e variegato dall’esibire le proprie querimonie, lagnanze, rimostranze. Anzi, sembra quasi che la vita per esse non abbia alcun senso se non è condita da una dose cospicua di dolore apparente, lacrimevole, strepitato, ostentato e, inevitabilmente, “scandaloso”.

Almeno un tempo, lo scandalo era costituito da un rigore “sacrosanto” non concesso alla propria squadra o da un gol in “evidente” fuorigioco degli avversari non rilevato dall’arbitro. Oggigiorno, invece, come testimoniano alcune partite dell’ultima giornata del campionato italiano di Serie A, la lagnanza può riguardare un rigore concesso alla “propria” squadra (come nel caso di Juventus-Roma) o un gol segnato dagli avversari con un proprio uomo a terra quando, pochi secondi prima, con il medesimo uomo a terra, la squadra rimostrante aveva quasi sfiorato la rete (come in Lazio-Inter). A ciò aggiungerei un noto episodio di qualche anno fa in cui un secondo mancato cartellino giallo avrebbe, nientedimeno, falsato l’esito del campionato.

Di questo passo, ci si lamenterà del colore del fischietto dell’arbitro, della pettinatura del portiere avversario o delle brioche consumate a colazione dalla squadra la mattina della partita.

Uno psicologo nemmeno troppo bravo potrebbe far notare che, in tutti questi casi, i lacrimanti ricorrono al classico meccanismo di difesa della proiezione: non è la mia squadra che ha qualcosa che non va, è la squadra avversaria; la quale, naturalmente, ricorre sempre e comunque a giocate irregolari, corruzione di arbitri, comportamenti truffaldini.

È facile prendersela con gli altri. Soprattutto se ciò serve a preservare la positività dei propri beniamini e della nostra identità di gruppo. E allora continuiamo a lamentarci. Se non altro, ne usciremo immacolati e riverseremo tutto lo sporco su quei bricconi degli avversari.

Per altri meccanismi di difesa dei tifosi, rimando al mio Hanno visto tutti! Nella mente del tifoso.

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