Quella civetta che non è una civetta

Internet ci dice che è un carnivoro della famiglia dei viverridi diffuso nell’Asia sud-orientale (Cina, Indonesia, Filippine ecc.). La lunghezza della testa e del corpo oscilla tra 420 e 580 mm, la lunghezza della coda tra 330 e 470 mm. Il peso, invece, può arrivare fino ai 3 kg.

Appartiene a una specie solitaria, territoriale e arboricola, esclusivamente notturna. Trascorre l’intera giornata negli alberi cavi. Si nutre prevalentemente di bacche e frutti quali mango, ananas, melone, banane. Essendo onnivoro, non disdegna piccoli uccelli, roditori ed insetti. Talvolta si arrampica e succhia la linfa da alcune specie di palme, utilizzate per produrre una bevanda alcolica chiamata “vino di palma”.

L’aspettativa di vita allo stato libero è di 14 anni, mentre in cattività è di 22 anni e 5 mesi.

Ultimamente, si è molto parlato di questo animale in quanto viene utilizzato a Bali per fornire il pregiato caffè kopi luwak, nient’altro che il prodotto di bacche di caffè mangiate e defecate in condizioni disumane in gabbie anguste dall’onnivoro di cui stiamo parlando.

Di che animale si tratta? Lo chiamano “civetta delle palme”. Un uccello, dunque? Come l’omonimo rapace notturno a noi tanto familiare?

Niente affatto. Il nome più appropriato, infatti, è “zibetto delle palme”.

Allora perché “civetta”? A causa di un marchiano errore di traduzione. In questo caso, “civetta” è il calco dell’inglese civet, che significa “zibetto”, mentre “civetta” in inglese si dice owl o little owl.

I calchi nascono di solito per pigrizia o ignoranza.

Pigrizia o ignoranza che possono trasformare uno “zibetto” in una “civetta”.

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