Il tapis roulant tra tortura e benessere

In inglese si chiama treadmill. In italiano è più noto come tapis roulant. Si tratta di uno degli attrezzi più usati nelle palestre, sinonimo di fitness, energia e fatica. Eppure, la sua origine non ha niente a che vedere con il benessere fisico. Duecento anni fa, infatti, il tapis roulant fu inventato in Inghilterra come strumento per la riabilitazione dei detenuti! Chi si fosse macchiato di un crimine, sudando e pestando l’attrezzo, avrebbe espiato le sue colpe e imparato a comportarsi rettamente.

Il nome dell’inventore del treadmill è William Cubitt, un ingegnere civile cresciuto in una famiglia di costruttori di mulini, che diede vita alla sua creatura – all’epoca chiamata anche treadwheel – nel 1818. In seguito, Cubitt  divenne famoso per aver supervisionato la costruzione del Crystal Palace a Londra nel 1851, lavoro per cui ottenne il titolo di cavaliere dalla regina Vittoria. Il treadmill più popolare di Cubitt fu installato alla Brixton Prison di Londra. I detenuti dovevano spingere in basso con i piedi dei gradini incassati in una grande ruota. Lo strumento era collegato a una macchina sotterranea che macinava grano. L’aggeggio impegnava fino a 24 detenuti contemporaneamente che, in alcune versioni, erano separati l’uno dall’altro da pareti in modo da non poter socializzare. I detenuti erano obbligati a  sgobbare per 10 ore al giorno in estate e 7 in inverno.  

Lo scopo del treadmill era, inizialmente, di tenere occupati i prigionieri nell’assunto che ciò servisse a riabilitarli, tenendoli lontani da pensieri e attività oziose. In seguito, divenne poco meno che uno strumento di tortura, nemmeno più utile a macinare grano.

Nel 1842, il treadmill era adoperato in 109 prigioni su 200 in Inghilterra, Galles e Scozia. Tra le sue vittime dobbiamo ricordare Oscar Wilde, mentre Charles Dickens ne parla in alcuni suoi libri, tra cui il celebre A Christmas Carol (1843).

Con il tempo, si comprese l’inutilità abbrutente dello strumento al punto che, nel 1898, una legge ne proibì l’uso. Per assistere al cambiamento che trasformò il treadmill nello strumento a noi più familiare, dobbiamo compiere un enorme salto agli anni Sessanta, quando l’ingegnere meccanico William Staub creò una macchina per uso domestico dal nome di PaceMaster 600 che egli stesso adoperò fino all’età di 96 anni. Oggigiorno, i tapis roulant abbondano in ogni palestra e sono adoperati da milioni di persone, pochissime delle quali conoscono le sue origini.

È inevitabile, però, riflettere su come i nostri contemporanei abbiano interiorizzato il verbo del fitness a tal punto da sottoporsi a “torture” quotidiane a cui, un tempo, le persone si assoggettavano solo se costrette e solo in un penitenziario. Insomma, il benessere fisico è la nostra prigione autoimposta alla quale sacrifichiamo fatica, sudore e tempo. Duecento anni fa, ci avrebbero considerati “strani” per questo. Oggi, noi consideriamo “strano” l’uso che del treadmill si faceva 200 anni fa.

Questa voce è stata pubblicata in curiosità, Sociologia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.