Il complottismo secondo Leo Löwenthal

In quest’epoca pandemica, assistiamo a un tale proliferare di teorie e fantasie complottistiche che saremmo tentati di pensare che siano un fenomeno del nostro tempo, o almeno molto recente. Parallelamente, sociologi, psicologi, scienziati della politica, saggisti inondano le nostre librerie di scritti che tentano di interpretare il fenomeno, riconducendolo, in molti casi, alla reazione di individui che si sentono minacciati da un mondo sempre più complesso e anonimo e che trovano, al tempo stesso, conferma e sollievo alle proprie angosce, ipotizzando forze minacciose (banchieri, gruppi di potere, conventicole misteriose, società segrete) che tirano i fili delle nostre esistenze. Immaginare precisi, per quanto elusivi, individui che manipolano il nostro destino e controllano gli aspetti più intimi delle nostre vite è rassicurante, in parte, perché almeno consente di individuare i responsabili dei nostri patemi. E tale fantasia è preferibile cognitivamente all’alternativa del caos incomprensibile della complessità.

Questa spiegazione del complottismo, che oggi va per la maggiore, trova un interessantissimo, quanto misconosciuto, precedente in un libro pubblicato nel 1949 (in pieno maccartismo) da Leo Löwenthal (1900-1993) e Norbert Guterman con il titolo Prophets of Deceit (Profeti dell’inganno). In quest’opera, Leo Löwenthal, esponente di punta della Scuola di Francoforte e intellettuale raffinatissimo, si concentra in particolare sulla figura dell’agitatore politico che, con le sue tecniche, è in grado di manipolare il pubblico, di raggirarlo inducendolo a credere di essere vittima di forze sinistre e occulte. L’agitatore rafforza e amplifica la propensione complottistica dei suoi sostenitori, facendo leva sul loro malcontento e ricavando da questo facili “ricette” per persuadere il pubblico dei “gonzi” a stare dalla sua parte. Complotti e cospirazioni sono parte integrante del ricettario manipolativo dell’agitatore, che comprende tecniche molto simili a quelle degli agitatori odierni che sfruttano, in fondo, timori e fantasie complottistiche molto simili a quelle di cui parlava Löwenthal.

Stranamente (ma nemmeno poi tanto considerando l’editoria italiana), il testo di Löwenthal e Guterman non è mai stato tradotto in italiano. Per questo motivo ho deciso di proporvi le pagine del libro dedicate al tema della cospirazione, straordinariamente lungimiranti al punto da suscitare una indubbia sorpresa in chi le leggerà.

Eccole, dunque, sperando che qualche editore avveduto decida di permetterci di leggere l’intero volume. Lo meriterebbe davvero!

Le pagine sono tratte da Leo Löwenthal e Norbert Guterman, 1949, Prophets of Deceit. A Study of the Techniques of the American Agitator, Harper & Brothers, New York, cap. III “A Hostile World”, pp. 24-27. La traduzione è mia.

Il gonzo non è immaginato solo come vittima di un inganno, ma come vittima di un inganno sistematico, continuo, duraturo. Né deve sorprenderci la sua incapacità di superare lo smarrimento e l’impotenza, perché egli è vittima di una “cospirazione politica globale e meticolosamente pianificata”.

Nel promuovere l’idea di una cospirazione permanente ai danni degli eterni gonzi, l’agitatore strumentalizza e amplifica la propensione di coloro che si considerano falliti ad attribuire le loro sventure a segrete macchinazioni nemiche. L’impiegato licenziato, l’innamorato respinto, il soldato scontento a cui è stata negata la promozione, lo studente che non supera un esame, il piccolo negoziante costretto a chiudere dal concorrente più grande: ciascuno di essi può prendersela con misteriosi persecutori motivati da oscuri rancori. Tuttavia, la propensione di chi patisce frustrazioni a immaginarsi vittima di nemici potenti non conduce necessariamente ad atteggiamenti paranoici. Spesso tali sospetti si poggiano su giustificazioni oggettive in un mondo in cui la sfera di azione dell’individuo è sempre più limitata da forze sociali anonime. In effetti, le nostre esistenze quotidiane sono influenzate da cambiamenti formidabili le cui cause sono di difficile comprensione. Per questo motivo, molti desiderano sapere che cosa accade dietro le quinte. Quando l’agitatore ripete a coloro che lo ascoltano che essi sono “sballottati”, “palleggiati” e vittimizzati da banchieri e burocrati, egli fa leva su sentimenti che in essi sono già presenti. Gli stereotipi della “macchinazione di Wall Street”, del “complotto monopolistico” o delle “spie internazionali”, tuttavia, non assumono la forma di idee definite, ma di brumosi sospetti riguardo alla complessità dei fenomeni. Pur essendo una forma inadeguata di riflessione sulla realtà, tali sospetti possono servire da punto di partenza per un’analisi della situazione economica e politica.

L’agitatore agisce in maniera esattamente opposta. Egli ricorre agli stereotipi più triti solo per incoraggiare il vago risentimento che essi riflettono. Li utilizza non come trampolino per l’analisi, ma come “analisi” in sé: il mondo è complicato perché ci sono fazioni il cui scopo è renderlo complicato. A livello sociale, l’agitatore spinge il suo uditorio a reazioni simili alla paranoia a livello individuale e raggiunge il suo obiettivo soprattutto ampliando in maniera smisurata il concetto di cospirazione.

Laddove altri discutono le implicazioni ultime di un programma politico, egli vede un complotto deliberato: il New Deal non è altro che «un sabotaggio marxista per demolire l’ordine esistente…». La British War Relief Society è «sponsorizzata dagli stessi internazionalisti che ci hanno fatto precipitare nella Prima guerra mondiale». Il B’nai B’rith è «una lobby mondiale di spie» che dispone di «risorse illimitate» e di «una Gestapo tutta sua». Le crisi economiche sono architettate da «un piccolo, ma potente gruppo minoritario, bene organizzato e finanziato…». Perfino una banale circostanza come una contestazione a un senatore è sfruttata dall’agitatore per chiamare in causa una “società segreta” il cui scopo è «diffamare i membri del senato» Espressioni come “Mano occulta” o “Governo internazionale invisibile” compaiono sovente negli scritti e nei discorsi dell’agitatore.

Della cospirazione fanno parte tutte le organizzazioni che, secondo l’agitatore, sono ostili ai suoi scopi. Egli afferma che esse cercano di «annientare […] lo stile di vita americano» e invita «tutti i cristiani a rimanere uniti» perché è in corso una cospirazione «per distruggere la Chiesa». Parimenti, «l’odio di classe scaturisce da menzogne e spiegazioni contrastanti, che contribuiscono a creare confusione e a celare i veri autori dei piani diabolici per la distruzione della civiltà cristiana e occidentale».

Non solo tale inflazione del concetto di cospirazione funge da diversivo rispetto a ogni tentativo di indagare i processi sociali, ma offusca l’identità dei gruppi designati quali cospiratori. Gli stessi stereotipi che, un tempo, alludevano, in maniera più o meno precisa, a determinate oligarchie sociali, ora sono adoperati in riferimento a segreti, per quanto vaghi, giganteschi complotti internazionali. Il termine “piovra,” che Frank Norris introdusse una volta in un suo romanzo in riferimento ai magnati delle ferrovie, oggi viene adoperato più diffusamente per indicare un “governo internazionale invisibile”.

La trasformazione di una cerchia ristretta di magnati in misteriosi governanti invisibili rende evidente l’operazione di offuscamento della realtà, che favorisce atteggiamenti paranoici. In compenso, il concetto di cospirazione assume una connotazione sensazionalistica ed eccitante, e tutti i problemi della vita moderna vengono imputati a una causa semplice e rassicurante, seppure vaga e misteriosa. La riduzione sistematica di tutte le cospirazioni a un unico, grandioso complotto è, secondo l’agitatore, «un fatto ovvio perfino per gli individui più ottusi» in quanto

[…] tutti questi continui pasticci – questo strabiliante complesso di inganni, sabotaggi interni e grossolana incompetenza da parte dei leader della Gran Bretagna, della Francia e perfino degli Stati Uniti – non sono un fatto casuale. Essi indicano, al contrario, un’azione guidata da un centro: un governo mondiale…

Nessuno conosce le dimensioni di tale cospirazione. Infatti, essa viene portata avanti da tempo immemorabile.

La dottrina del governo sostenuto da entità segrete, e questo gruppo segreto, erano presenti nella Babilonia di Nimrod, in Egitto, nella Babilonia di Nabucodonosor, in Media, nella Grecia e a Roma. E questa stessa società segreta diede origine ai giacobini durante la Rivoluzione francese e mise Napoleone al potere in Europa e quando la Russia e l’Inghilterra lo sconfissero (si leggano le opere di Dumas), si trasferì in Germania dove divenne nota con il nome di comunisti. Da qui, poi, conquistò la Russia e generò i suoi figli bastardi: fascismo e nazismo.

Queste incredibili fantasie soddisfano, innanzitutto, il desiderio del pubblico di dare una spiegazione alle proprie sofferenze. In questo senso, rivelando coraggiosamente perché le potenze che governano il mondo desiderano rimanere dietro le quinte, l’agitatore sembra continuare l’opera dei giornalisti investigativi. Tuttavia, prendendo, per così dire, alla lettera le idee del pubblico, esagerando fino all’estremo il sospetto che gli individui siano burattini nelle mani di forze anonime, alludendo a individui misteriosi invece che esaminare le forze sociali, l’agitatore in effetti defrauda il proprio pubblico della sua curiosità. Invece di diagnosticare il malanno, lo spiega come esito della crudeltà di uno spirito malvagio. I cospiratori, infatti, non sono mai motivati da uno scopo razionale, secondo l’agitatore, ma dal desiderio gratuito di distruggere:

I miei informatori mi dicono che sta per iniziare una rivoluzione incruenta grazie a una politica pianificata di distruzionismo: un distruzionismo che fa finta di alleviare la sofferenza, la miseria, la disoccupazione e la fame […], un distruzionismo che mira, in ultima analisi, a mandare in rovina la nazione e, dunque, al rifiuto di riconoscere i debiti e al rovesciamento del governo.

E questa cospirazione ha come bersaglio gli organi vitali del popolo. Se, infatti, le persone vogliono sopravvivere, devono agire immediatamente per annientarla, perché «i cospiratori hanno talmente modificato le nostre consuetudini che abbiamo perso la nostra antica capacità di reagire. In un momento così critico abbiamo bisogno di più di un semplice palliativo…».

Qui vediamo come le congetture paranoiche e le fantasie cospiratorie cedano il passo alla suggestione della violenza. Poiché lo stesso termine “cospirazione” connota illegalità e tradimento, i cospiratori sono descritti come individui che violano la legge del tutto impunemente. Ciò vuol dire che le leggi e le istituzioni esistenti non possono nulla contro di essi e che è necessario adottare misure straordinarie.

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