Il CENSIS e l’irrazionalità degli italiani

Il 55° Rapporto CENSIS sulla situazione sociale del Paese (2021) ritrae una società italiana preda dell’irrazionalità, vittima di complottismi sfrenati, fantasie cospiratorie, idee strampalate e ipotesi surreali. I numeri sembrano parlare chiaro:

Il 31,4% degli italiani è convinto che il vaccino sia un farmaco sperimentale e che le persone che si vaccinano facciano da cavie; il 10,9% sostiene che il vaccino è inutile e inefficace; per il 5,9% il virus non esiste. Ancora, il 12,7% degli italiani ritiene che la scienza provochi più danni che benefici; il 67,1% che esista un “Deep state”; il 64,4% che le grandi multinazionali siano le responsabili di tutto quello che accade, mentre per il 56,5% esiste una casta mondiale di superpotenti che controlla tutto.

Non manca un 39,9% di italiani che crede nella teoria della sostituzione etnica (tra cui dovremmo calcolare anche i leader politici Salvini e Meloni) e un 19,9% che considera la tecnologia 5G uno strumento per controllare le le menti delle persone.

Infine, il 10,0% degli italiani è convinto che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna e il 5,8% che la Terra sia piatta.

Sarebbe interessante confrontare questi dati su un’Italia irrazionale con dati simili di rapporti precedenti del CENSIS, ma credo che tale dimensione non sia stata esplorata negli anni scorsi, almeno non in maniera così dettagliata.

È opportuno notare, comunque, che se tali “credenze” hanno indubbiamente “radici socio-economiche profonde” (come afferma lo stesso Rapporto), è altrettanto probabile che un ruolo importante nella loro propagazione lo abbiano anche i mass media che, eleggendo a topic abituale la loro discussione, ne legittimano, in qualche modo, la presenza nel nostro immaginario.

Se, come recita Francesco Bacone (nel De dignitate et augmentis scientiarum), Audacter calumniare, semper aliquid haeret, ossia “Calunnia senza timore: qualcosa rimane sempre attaccato”, è anche vero che “Parlatene, parlatene: qualcosa sarà creduto”.

Se poi si aggiunge che alla diffusione di queste credenze contribuiscono anche politici di primo piano, medici, filosofi, avvocati, amministratori locali, poliziotti e tanti, ma davvero tanti opinion leader, non dovremmo sorprenderci del fatto che l’irrazionalità dilaghi.

Dovremmo forse sorprenderci del contrario.

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