Apollonio di Tiana e il ghiottone

Leggendo la Vita di Apollonio di Tiana di Filostrato, resoconto della vita di un mago, stregone, filosofo del I secolo d.C., ci si imbatte in un curioso episodio:

Vedendo un ragazzo grasso, il quale si vantava di mangiare e di bere più che ogni altro uomo, [Apollonio] gli chiese: “Sei tu il ghiottone?”. “Sì, e sacrifico agli dei per esserlo”. “E quale piacere hai tratto da tutto questo cibo?”. “Tutti mi ammirano e mi guardano: certo hai sentito che pure di Eracle si celebrano i banchetti altrettanto che le imprese”. “Ma lui era Eracle” ribatté Apollonio “e tu, rifiuto che non sei altro, quale virtù hai? La tua unica speranza perché ti si presti attenzione è scoppiare” (Filostrato, 1978, Vita di Apollonio di Tiana, Adelphi, Milano, p. 236).

Questo brano, seppure breve e quasi marginale, mi colpisce molto. La figura del ghiottone, che sacrifica agli dei pur di essere sempre grasso e farsi ammirare, mi ricorda molti personaggi della contemporaneità che sono disposti a fare ogni genere di sacrifici – non agli dei naturalmente, ma ai potenti di turno –  per farsi ammirare e apparire, magari mentre sculettano, flettono i muscoli o pronunciano le prime cose, spesso insipide, che vengono loro in mente.

Ecco, mi sembra che il ghiottone di Apollonio sia una figura estremamente attuale e rappresentativa dei nostri tempi. Anche se per Apollonio era solo un rifiuto umano.

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Una risposta a Apollonio di Tiana e il ghiottone

  1. giuseppe vella scrive:

    Ogni mattina appena entro in ufficio incontro molti “ghiottoni”. Non sempre sono grassi ma fanno enormi sacrifici per diventare grassi. Buona parte delle calorie ingurgitate le disperdono in bava, ecco il perché della loro magrezza.
    Bravo

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