La “finestra di Overton” e i suoi fraintendimenti

La “finestra di Overton”, dal sociologo americano Joseph P. Overton (1960-2003), ex vice-presidente del Mackinac Center for Public Policy, un think tank americano ispirato a valori liberali e liberisti, è un modello utile a comprendere come le idee sociali cambino nel tempo e influenzino l’agire politico. Secondo Overton, in ogni epoca storica, l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti di determinate idee tende a collocarsi in un continuum mutevole, che prevede, in base all’articolazione del modello di Overton proposta dal commentatore politico Joshua Treviño, sei fasi:

inconcepibile (unthinkable)

estrema (radical)

accettabile (acceptable)

ragionevole (sensible)

diffusa (popular)

legittima (policy)

Ciò significa che la stessa idea può apparire, in un dato momento storico, come ripugnante e insostenibile (unthinkable) per poi, in un altro momento, apparire come accettabile (acceptable) o legittima (policy). Il cambiamento di atteggiamento può essere dovuto a vari e complessi fattori, come l’attivismo dei movimenti sociali, il ruolo dei mass media, il verificarsi di eventi particolari, cambiamenti nel costume e nella morale ecc. Il fatto che ogni idea sociale, in un dato momento storico, si collochi in una determinata fase fa sì che i politici possano adottare e promuovere solo quelle policies che la società considera accettabili e legittime in quel momento – le policies, cioè, che ricadono all’interno della “finestra di Overton” – se non vogliono correre il rischio di alienarsi il sostegno popolare. Un esempio su tutti è dato dal tema del suffragio femminile. Ritenuto, tranne qualche eccezione, inconcepibile nell’Ottocento, divenne sempre più diffuso e legittimo nel XX secolo. Oggi chi si dichiarasse contro il suffragio femminile non avrebbe alcuna possibilità di fare carriera in politica. Limitare il diritto delle donne al voto è attualmente unthinkable. Un altro esempio è dato dal proibizionismo in materia di alcolici. Negli anni Venti del XX secolo, negli Stati Uniti, l’idea di proibire la produzione, la distribuzione e il consumo di bevande alcoliche era invalsa nel senso comune. Oggi, chi tentasse di riproporre quell’epoca andrebbe incontro al ridicolo.

In questo senso, il modello di Overton suggerisce ai politici di “abbracciare” le idee del momento per guadagnare il consenso dei propri elettori, indipendentemente dalle convinzioni personali. Ne consegue che, secondo questa visione, i politici sono più followers che leaders. Lo dimostra il fatto che la loro “discesa in campo” è spesso preceduta da ricerche di marketing volte a sondare l’umore popolare nei confronti di determinati temi. Se un tema appare “elettorabile”, esso sarà sostenuto a tutta forza. In caso contrario, sarà accantonato e/o pubblicamente avversato. Naturalmente, un politico può darsi da fare per “spostare” (shift) un tema da un punto all’altro del continuum, ma è decisamente raro oggi trovare un candidato che basi la propria campagna su temi ritenuti universalmente ripugnanti o pericolosi. È necessario che l’idea sostenuta sia appetibile almeno per una parte, per quanto minoritaria, dell’elettorato. In sostanza, la “finestra di Overton” descrive e raccomanda. È uno strumento di comprensione della realtà.

In alcuni ambienti di destra o di cattolicesimo conservatore, la “finestra di Overton” viene descritta come un insieme di tecniche di comunicazione-persuasione volte a far accettare idee ripugnanti ed estreme alla massa o come uno schema per far progressivamente slittare da una fase all’altra del continuum “inconcepibile-legittima” concetti e idee ritenuti pericolosi. Corollario di questa impostazione è che se un’idea avvertita come ripugnante diventa più accettabile, presto altre idee, ancora più ripugnanti, slitteranno verso l’accettabilità con conseguenze nefaste per la società. Così, se un tema, come il matrimonio degli omosessuali, del tutto inaccettabile fino a qualche decennio fa, viene ad essere “spostato” verso le fasi acceptable e sensible, altri temi, come la pedofilia o il cannibalismo, potrebbero essere “trascinati” nel tempo verso le stesse fasi (nonostante non vi sia alcun rapporto tra omosessualità e pedofilia o cannibalismo) fino a divenire mainstream.

Questa argomentazione sconta una fallacia del ragionamento piuttosto comune, denominata “fallacia della china scivolosa” (slippery slope fallacy). La fallacia consiste nell’affermare che se un evento accade, accadranno altri eventi dannosi a catena, anche se non vi sono prove che gli eventi dannosi siano causati dal primo evento. Esempio classico è il seguente: «Se legalizziamo la marijuana, la gente comincerà ad assumere crack ed eroina e dovremo legalizzare anche questi. In poco tempo ci ritroveremo in una nazione di drogati». Questa fallacia si ritrova sovente in argomentazioni morali e politiche sotto la forma: «Se lasciamo accadere questo, seguirà un male peggiore» ed è adoperata per frenare riforme sociali o per condannare decisioni politiche innovative in base alle loro presunte conseguenze estreme. In realtà, non vi è nessuna prova logica che la china debba essere necessariamente scivolosa e moltissime argomentazioni di questo tipo sono state sconfessate dai fatti. Si pensi a quello che venne detto all’epoca degli sbarchi albanesi sulle coste italiane. Allora si disse che, se non fossero state impedite, tutta l’Albania sarebbe venuta in Italia, seguita a ruota da tutte le popolazioni balcaniche. Naturalmente, niente del genere è mai accaduto.

La “finestra di Overton” è un esempio di come un modello nato per scopi descrittivi e di ricerca possa essere travisato per fini di parte ed essere assimilato a un’arma per il condizionamento delle masse e per la legittimazione di qualsiasi idea, per quanto ripugnante. Cospirazionisti, ultraconservatori e devoti irriflessi abusano abitualmente di questo modello. E, stando a quanto si legge nel web, sembra che non ci sia verso di far cambiare loro idea.

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