Babbo Natale come Halloween

«I bambini credevano a lungo a Babbo Natale e ai neonati trovati sotto un cavolo o in una rosa» (p. 39) dice Annie Ernaux in Gli anni, ricordando il tempo della sua fanciullezza.

Oggi le cose sono cambiate, ma l’associazione tra Babbo Natale e il Natale stesso è ancora indissolubile, tanto che sarebbe impossibile immaginare questa festa senza il paffuto omone vestito di rossa con barba e baffi bianchi.

Eppure, c’è stato un tempo in cui la Chiesa cattolica nutriva nei confronti di Santa Claus (come lo definiscono gli anglofoni) gli stessi sospetti che oggi nutre nei confronti di Halloween, accusata di essere una festa pagana, che non ha nulla a che fare con le nostre tradizioni.

Ce lo ricorda il celebre antropologo Claude Lévi-Strauss, in un suo articolo del 1952 per «Les Temps Modernes» intitolato “Babbo Natale suppliziato” (contenuto in Razza e storia e altri studi di antropologia, Einaudi, Torino, 1967), che inizia così:

Le feste natalizie 1951 resteranno contrassegnate, in Francia, da una polemica a cui la stampa e l’opinione pubblica si sono dimostrati, sembra, molto sensibili, e che ha introdotto, nell’atmosfera gioiosa che è abituale in questo periodo dell’anno, un’insolita nota di acredine. Già da parecchi mesi, le autorità ecclesiastiche, per bocca di certi prelati, avevano espresso la loro disapprovazione per la crescente importanza che le famiglie e i commercianti accordano al personaggio di Babbo Natale. Esse denunciavano un «impaganimento» inquietante della festa della natività, che distoglie lo spirito pubblico dal senso propriamente cristiano di tale commemorazione, a beneficio di un mito senza valore religioso. Questi attacchi si sono intensificati alla vigilia di Natale; certo con più discrezione, ma con altrettanta fermezza, la Chiesa protestante ha unito la sua voce a quella della Chiesa cattolica. Inoltre, sui giornali appaiono lettere di lettori e articoli che attestano, in forme diverse ma in generale ostili alla posizione ecclesiastica, l’interesse risvegliato dalla faccenda. Infine, il punto culminante fu raggiunto il 24 dicembre, in occasione di una manifestazione di cui il corrispondente del giornale «France Soir» ha dato notizia nei seguenti termini:

DINANZI AI BAMBINI DEI PATRONATI

BABBO NATALE È STATO BRUCIATO

SUL SAGRATO DELLA CATTEDRALE DI DIGIONE

Digione, 24 dicembre (nostro servizio)
Babbo Natale è stato impiccato ieri pomeriggio alle grate della cattedrale di Digione e bruciato pubblicamente sul sagrato. Questa spettacolare esecuzione si è svolta alla presenza di molte centinaia dì bambini dei patronati. Era stata decisa in accordo con il clero, che aveva condannato Babbo Natale come usurpatore ed eretico. L’accusa rivoltagli era di paganizzare la festa del Natale e di essersi insediato in essa come un cuculo occupandovi sempre maggior posto. Gli viene rimproverato soprattutto di essersi introdotto in tutte le scuole pubbliche da cui il presepio è scrupolosamente bandito» (pp. 247-248).

Per quanto sembri incredibile, c’è stato, dunque, un tempo, circa 75 anni fa, in cui la Chiesa Cattolica rivolgeva alla figura di Babbo Natale le stesse accuse che oggi rivolge contro Halloween: “Babbo Natale è un personaggio paganeggiante che non ha nulla a che vedere con la ‘vera’ tradizione del Natale”.

Per Lévi-Strauss, la Chiesa aveva ragione perché la credenza in Babbo Natale rappresentava, a suo avviso, «il bastione più solido e uno dei focolai più attivi del paganesimo nell’uomo moderno» (p. 264).

Oggi, però, nemmeno i sacerdoti più retrivi chiedono di bruciare Babbo Natale in effigie. La sua figura è stata completamente assorbita dalla “nostra tradizione” e a nessuno verrebbe in mente di additarlo a simbolo pagano.

Molti altri elementi del Natale hanno origini “pagane” o, comunque, non puramente cristiane: l’albero che addobbiamo ogni anno, l’usanza di scambiarsi regali, la scelta della data del 25 dicembre per celebrare la nascita di Gesù, il baciarsi sotto il vischio ecc. Eppure, non li avvertiamo come tali. Essi fanno parte a tutti gli effetti di quella dimensione festosa che chiamiamo il Natale e sono legittimati in tal senso dal tempo trascorso.

È possibile allora vaticinare che, tra qualche generazione, anche Halloween sarà avvertita come festa tradizionale e non più spuria e che nessun sacerdote sparerà a zero contro zucche e scherzetti?

Credo di sì, ma risentiamoci tra qualche lustro.

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