Ipnosi e criminalità

Scrive Berger Evans, autore già citato nel mio post precedente, sull’ipnosi:

[…] si crede oggi che un individuo possa cadere, attraverso il malefico potere dell’ipnotismo, sotto il completo controllo di un’altra persona, che può costringere la sua vittima a compiere qualunque azione solo con «l’imporre la sua volontà». Charlie Chaplin fu accusato dall’avvocato della signorina J. Barry di aver esercitato questo maligno potere sulla sua debole cliente. Barbara Hutton accusò il suo ex marito, il conte Haugwitz-Reventlow, di averle carpito 1.200.000 dollari esercitando su di lei «un’influenza quasi ipnotica» (provocò una grande sensazione il pensiero della somma che egli avrebbe ottenuto se l’influsso fosse stato completo). E Clyde R. Powell, uno «psicologo» di Endicott, New York, confessa di aver avuto fino a tremila persone nello stesso tempo completamente in suo potere, incapaci addirittura di muovere le mani senza il suo consenso. E mentre egli è guardingo nell’esercizio di questo suo tremendo potere, a tal punto da mettere un assistente dietro ad ogni soggetto che egli ipnotizza, perché afferri il paziente quando egli ordina «dormi», altri ipnotizzatori, meno scrupolosi, si servono, secondo la comune credenza, dei loro soggetti per fini criminali, costringendo i malcapitati ad agire come schiavi od anche ad acconsentire a farsi tagliare la gola.

Eppure, per quanto si conosce dell’ipnosi, queste ed altre illusioni volgari sono prive di fondamento. Sembra che si tratti principalmente di un processo di suggestione, un riflesso condizionato. Le persone deboli e sottomesse non sono migliori soggetti di quelle forti e intelligenti, può essere ipnotizzati senza saperlo, il soggetto deve partecipare attivamente al processo ed è dubbio che una qualunque idea indotta, realmente nociva per il soggetto, possa essere messa in pratica, a meno che non sia l’estrinsecazione di un impulso latente autodistruttivo, già vivo nel soggetto (Evans, B., 1948, Storia dei luoghi comuni, Longanesi, Milano, pp. 190-192).

Idee e credenze errate sull’ipnosi sono diffuse da tempo immemore. Particolarmente raccapricciante la convinzione che, tramite l’ipnosi, sia possibile indurre chiunque a commettere atti criminali contro la sua volontà.

Quanta verità c’è in questa credenza? Davvero l’ipnosi può essere adoperata a scopi immorali o illegali?

Di questo e altri temi (Gli zingari rapiscono i bambini? E i bambini scompaiono a migliaia ogni anno? È vero che si inizia con lo spinello e si finisce con l’eroina? E che tutte le droghe sono ugualmente dannose? Il traffico di organi è una leggenda metropolitana? L’occhio conserva l’ultima immagine vista dalla vittima prima di morire?) tratto nel mio 101 falsi miti sulla criminalità, che naturalmente vi invito a leggere.

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