Il link-boy: un mestiere che non esiste più

Quando non esisteva ancora l’illuminazione pubblica e il calar del sole coincideva con l’oscurità più assoluta, tentare di camminare in strada costituiva un’avventura non priva di rischi, sia per la difficoltà di vedere dove mettere i piedi sia per il pericolo rappresentato dalla presenza di possibili malintenzionati in agguato.

Una soluzione, almeno nella Londra premoderna, era rappresentata dai cosiddetti link-boys o torch-bearers (“portafiaccole”), ragazzi giovanissimi, antesignani dei taxi contemporanei, che, in cambio di denaro, conducevano i clienti in giro, illuminando le strade con le loro fiaccole portatili. I link-boys si accalcavano soprattutto intorno a taverne, teatri e ritrovi per giocatori d’azzardo, dove era più facile trovare persone interessate alla loro “merce”.

I link-boys compaiono frequentemente tra le pagine dei celebri diari di Samuel Pepys. Di loro parlano anche Shakespeare e Dickens. Come molti altri proletari, non ricevettero mai molta attenzione dalle classi più colte, anche se fanno talvolta capolino in questo o quell’autore. Alcuni poeti li paragonavano a lucciole notturne; alcuni pittori li ritraevano come cupidi.

I link-boys erano spesso guardati con sospetto perché si temeva fossero in combutta con predoni di ogni genere; sospetto accresciuto dalla loro infima estrazione sociale. Non meraviglia, dunque, che i clienti fossero sempre in uno stato di tensione al momento del loro impiego.

Curiosamente, con l’introduzione dei lampioni in strada, la loro utilità non venne meno. A causa delle terribili nebbie a cui ancora oggi, in parte, è associata la città di Londra, essi continuarono a essere impiegati almeno fino alla fine dell’Ottocento, quando la più potente illuminazione elettrica rese obsoleta la loro opera.

Oggi, ci sembra strano che sia esistito per molto tempo un mestiere come quello del link-boy. Ricordarlo ci serve a recuperare le tracce di un mondo che non c’è più e forse a farci provare un po’ di nostalgia per una società in cui non vivremo mai e che sembra lontana secoli e secoli dalla nostra.

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