Uccidere animali nel nome di Dio

In nome di Dio e della natura è stata giustificata la schiavitù, la subordinazione delle donne e la condanna dell’omosessualità. Ciò che è meno noto è che, in nome delle stesse “divinità”, si è giustificata anche l’uccisione degli animali. La prima proposizione giustificatrice si trova probabilmente nella Genesi 1, 26, dove si legge:

E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Proposizione rafforzata da Genesi 1,28:

Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».

Per non parlare di Genesi 9, 1-3:

Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe.

Nel Nuovo Testamento, assistiamo a un atteggiamento di uguale disprezzo nei confronti degli animali: Gesù induce 2000 maiali a gettarsi in mare dopo essere stati posseduti dai demoni e San Paolo, a proposito della reinterpretazione della antica legge mosaica che proibiva di mettere la museruola al bue che trebbia il grano, dice: «Forse che Dio si prende cura dei buoi? O non dice ciò per noi? Infatti questo fu scritto per noi» (1Corinzi 9, 9-10).

Sant’Agostino conferma l’ethos cristiano naturalmente omicida nei confronti degli animali con queste parole:

Lo stesso Cristo mostra che è il colmo della superstizione astenersi dall’uccidere gli animali e dal distruggere le piante, poiché, stabilendo che non esiste alcun diritto in comune fra noi le bestie e gli alberi, Egli mandò i diavoli in un branco di maiali e seccò con una maledizione l’albero che non portava frutti… Sicuramente i maiali non avevano peccato, né aveva peccato l’albero (cit. in Singer, P., 2003, Liberazione animale, Il Saggiatore, Milano, pp. 201).

San Tommaso si mostra altrettanto crudele:

Nessuno pecca per il fatto che si serve di un essere per lo scopo per cui è stato creato. Ora, nella gerarchia degli esseri quelli meno perfetti sono fatti per quelli più perfetti… Così gli esseri che sono solo viventi, ossia le piante, sono fatti ordinariamente per gli animali, e gli animali son fatti per l’uomo. Perciò se l’uomo si serve delle piante per gli animali e degli animali per gli uomini, non c’è niente di illecito […]

E il più necessario dei servizi è appunto quello di dare le piante in cibo agli animali, e gli animali all’uomo: il che è impossibile senza distruggere la vita. Dunque è lecito sopprimere le piante per uso degli animali e gli animali per uso dell’uomo in forza dell’ordine stesso stabilito da Dio (cit. in Singer, P., 2003, Liberazione animale, Il Saggiatore, Milano, pp. 203).

Gli stessi argomenti sono ripresi, per quanto appaia incredibile, anche ai giorni nostri. Non è del tutto insolito ascoltare un prete che giustifichi l’uccisione degli animali richiamando la Bibbia e i suoi padri. E così nel nome di Dio e dell’ordine naturale, gli uomini (cristiani) hanno ucciso gli animali senza troppi patemi di coscienza. Quanto è facile uccidere o essere crudeli se lo vuole Dio o la natura!

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Una risposta a Uccidere animali nel nome di Dio

  1. Arkantos scrive:

    Poche cose accendono la fede come la vista del male. Ti faccio un esempio:
    Hai preso l’argomento del cibarsi di carne,
    e tra tutti hai scelto di prendertela con i Cristiani. Perché?
    Non avresti forse più riscontri se accusassi o convertissi i governanti? Da loro vengono le forze armate che obbligano le leggi da loro pensate.

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