Pareidolie libanesi

Subito dopo l’esplosione che il 4 agosto scorso ha devastato Beirut, la capitale del Libano, uccidendo più di 130 persone e ferendone migliaia, hanno cominciato a circolare in Internet varie immagini dell’evento, alcune decisamente bizzarre come quelle che vedete qui sopra.

Secondo vari “condivisori” le foto ritrarrebbero alcune persone sbalzate in aria dopo l’esplosione. Il senso è che la detonazione sarebbe stata così forte da proiettare letteralmente fino in cielo parte delle vittime, che così sarebbero andate a fare compagnia ai volatili che, di solito, occupano naturalmente quegli spazi aerei.

Come riportano vari siti (ad esempio, qui e qui), in realtà, la foto, pur relativa al catastrofico evento libanese, non ritrae nessun corpo umano, ma, probabilmente, semplici uccelli. Niente di sovrannaturale o inquietante, dunque, ma alcuni ordinari frequentatori del cielo che volano nella abituale formazione a V che è possibile ammirare in tante fotografie meno calamitose.

Il fatto che qualcuno abbia voluto vedervi dei corpi umani è probabilmente un esempio di pareidolia. Come è noto, la pareidolia è fortemente plasmata da timori, paure, angosce e convinzioni. Niente di più facile, dunque, che, sulla scia emotiva e psicologica dell’esplosione, molte persone abbiano, più o meno inconsapevolmente, “visto” negli oggetti vaghi delle foto ciò che il loro stato d’animo suggeriva. Esempi del genere, del resto, sono occorsi anche in occasione degli eventi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti o dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame del 15 aprile 2019. Non rubricherei, quindi, queste foto come semplice disinformazione o fake news. 

Siamo naturalmente portati a interpretare mentre vediamo. Non è possibile vedere senza interpretare. Quello che è successo in Libano è l’ennesima dimostrazione di questa imbarazzante verità.

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