Il rito narcotico della Pasqua

Scrive Danilo Mainardi ne L’animale irrazionale:

La ritualizzazione può essere un’utile cornice per «verità» che devono venire trasmesse culturalmente e insieme credute per fede. Penso che sia evidente il perché. Il rito culturale, proprio a causa del linguaggio ritualizzato, che è sempre arcaico, spesso fumoso, organizzato in formule memorizzabili che devono essere ripetute all’infinito, passa, tutto sommato, un’informazione rozza, approssimativa, difficilmente verificabile, ma allo stesso tempo regala, come abbiamo visto, un valore aggiunto che è indipendente dal contenuto stesso dell’informazione. Inoltre la solennità del rito e la difficile comprensione delle formule pongono colui che deve credere in una situazione disarmata e forzatamente acritica anche a causa dell’alto stato sociale che di norma ritualmente viene attribuito a colui che passa l’informazione.

Queste parole sono enormemente, e ciclicamente, attuali. Ogni anno la tradizione cattolica offre decine e decine di riti i cui contenuti, se esaminati da un punto di vista razionale, appaiono ridicoli, assurdi o pretenziosi. Pensiamo al rito della Pasqua, centrato sulla storia della resurrezione di un uomo dalla morte. Il fatto che questo episodio, per quanto assurdo, sia ripetuto ogni anno in forma rituale da millenni, ha agito sull’umanità cattolica da potente narcotico che ottunde ogni senso critico, tanto che tutti i cattolici si scambiano rituali auguri e prendono parte a rituali drammaturgie dandone assolutamente per scontati i significati. Di qui, come ricorda Mainardi, l’importanza dei riti; non solo per dare un senso a fenomeni religiosi, ma anche per legittimare comportamenti e idee della politica (si pensi ai rituali civili istituiti da Hitler e Mussolini). Il rito, come una reclame immortale, ripetendo ad infinitum un tema, lo rende “sensato”, “prevedibile”, “amico”, “vicino”. Noi lo adottiamo e non ci pensiamo più. E continuiamo a scambiarci i nostri auguri. Per il resto della vita. E la narcosi continua. E, con essa, l’ottundimento di tutte le nostre facoltà critiche. Tanti auguri!!!

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