Gerolamo Cardano e la profezia che si autoavvera dell’esorcismo

gerolamo_cardano-splIl ruolo della suggestione e dell’effetto placebo in medicina sono ben noti. Effetti curativi possono essere ottenuti somministrando innocue palline di zucchero credute rimedi terapeutici. Sostanze inerti, se presentate in un certo modo, riescono a “sedurre” la mente del paziente che, improvvisamente, si sente meglio. Tali effetti si verificano anche nel corso di pellegrinaggi in luoghi sacri o quando si viene a contatto con oggetti ritenuti taumaturgici.

Ne sapeva qualcosa il medico e filosofo italiano Gerolamo Cardano (1501-1576) il quale, in un’opera estremamente moderna intitolata De rationali curandi ratione (1562), fece presente che perfino gli esorcismi potevano agire come dei potenti placebo (anche se Cardano naturalmente non conosceva la parola “placebo”). “Come”, ragionava Cardano, “chi è in preda a fantasie melanconiche e crede di avere delle rane all’interno del proprio corpo può essere liberato con purgativi con i quali gli si fa credere che le rane sono state espulse, così chi crede di essere posseduto dal demonio può essere “guarito” recitando alcune preghiere che il presunto indemoniato crede abbiano il potere di mandare via il demonio”.

Cardano propone, dunque, una spiegazione naturalistica in cui l’esorcismo innesca il tipico meccanismo della profezia che si autoavvera. Il soggetto crede di essere posseduto dal demonio e che solo Gesù può liberarlo (profezia iniziale). Il prete recita alcune preghiere a cui il soggetto attribuisce effetti liberatori (comportamento). Il soggetto, dopo le preghiere, si sente effettivamente purificato dal demonio (la profezia si è avverata). Non sono le preghiere recitate dal prete ad avere il potere di scacciare il diavolo, ma l’effetto di suggestione che esse esercitano sul paziente a far sì che l’impedimento psicologico che egli frappone al pieno uso delle sue facoltà si sciolga.

I ragionamenti di Cardano sono ancora oggi attuali. Troppo spesso, disagi psichici o sociali sono ricondotti a interventi del “maligno”, come è confermato dal recente ritorno degli esorcisti che, attraverso corsi di formazione, mass media e testimonianze di personaggi celebri come padre Amorth, hanno diffuso l’idea che il diavolo esiste ed è potente, e solo loro possono cacciarlo. Al tempo stesso, paradossalmente, le argomentazioni di Cardano possono dar ragione agli esorcisti odierni. “Se anche le nostre preghiere agissero solo come un placebo”, potrebbero controargomentare questi, “perché non dovremmo continuare nei nostri esorcismi?”. E qui la cosa si fa complessa. E chiama in causa il ruolo del “falso” nel creare la realtà, un tema sul quale si sono profusi molti pensatori, tra cui, non ultimo, Umberto Eco. Per parte mia, il fatto che un esorcismo possa avere effetti psicologici sulle persone non basta a emendarlo. Mi rendo, però, conto che un credente potrebbe pensarla diversamente. Un cul-de-sac che è emblematico delle sorti del pensiero in questa fase della contemporaneità.

Fonte: Lombardi P., 2008, Streghe, spettri e lupi mannari, Utet, Torino, pp. 120-122.

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2 risposte a Gerolamo Cardano e la profezia che si autoavvera dell’esorcismo

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  2. Robo scrive:

    Dottore, io non sono credente e navigo, da sempre, nella medicina (anche se con una piccola barchetta rattoppata, non certo un elegante vascello istituzionale). Sulla forza degll’effetto placebo e nocebo chiunque abbia un minimo di esperienza medica non può che assentire, ma si può allargare il discorso. Cause di malessere psicosomatico che, partendo da disagi psicologici costitutivo-caratteriali o episodici, sfociano nella sfera fisica (“pancia gonfia”, reflusso gastro-esofageo, fibromialgia, etc) sono ben presenti tra le comuni patologie. Spesso il margine tra causa fisica e (con)causa psichica è sfumato e la nostra inesatta categorizzazione mente-corpo non ci aiuta
    molto. Inoltre, e questo lo vedo anche dalla mia esperienza di lavoro, l’aspetto emotivo legato all’accoglienza e assistenza di colui che esercita la cura, diviene per alcuni pazienti fattore di migliore o peggiore riuscita dell’atto medico.
    Con ciò non dico che la comprensione del fatto che bisogni complessi sfocino nella richiesta di salute debba rappresentare una giustificazione a ogni pratica che potenzialmente potrebbe aiutare a raggiungere risultati ma visto che gli effetti di preghiera e meditazione sono stati sottoposti a studi e reviews che ne hanno attestato efficacia, il problema di dove porre il limite dell’accettazione esiste. Io dove porlo non saprei, da un lato credo che una cultura razionale e scientifica abbia degli effetti positivi sulla società nel suo insieme, dall’altra parte mi rendo conto che il sistema uomo é complesso e che, talvolta, la malattia é un fenomeno che attinge a diversi ambiti dell’essere; quindi se qualcosa di “falso” può aiutare chi sono io per negarlo? Cari saluti.

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