Astice o aragosta?

Per il traduttore milanese Fabrizio Coppola è diventata un’ossessione. Un’ossessione che lo ha condotto, per usare le sue stesse parole, a combattere una “battaglia decennale”. Come si traduce in italiano lobster? “Aragosta”, risponderanno i più. Magari memori della traduzione einaudiana del titolo di un libro dello scrittore americano David Foster Wallace, Consider the lobster, diventato in italiano Considera l’aragosta (appunto!). In realtà, sotto lobster si “nascondono” varie specie animali, spesso distanti tra loro. La parola inglese, infatti, può essere tradotta, secondo lo Zanichelli, con “aragosta”, “astice”, “omaro”, “gambero marino”, “lupicante”. Il bello è che l’aragosta – nome scientifico Palinurus vulgaris – e l’astice – nome scientifico Homarus vulgaris – appartengono a famiglie diverse, pur essendo entrambi crostacei, e si distinguono perché l’astice ha le chele, mentre l’aragosta no (oltre che per altre differenze non sempre da poco).

Il problema è che, in italiano, l’aragosta è connotata come un animale “nobile”, di élite, quasi, e viene spesso preferita all’astice, anche quando astice non è. Si osservi con attenzione la copertina del libro di Wallace in italiano. Il crostaceo che si vede non è un’aragosta, come fa notare Coppola, ma un astice perché ha le chele. Però, forse tradurre il titolo inglese del libro con Considera l’astice avrebbe fatto storcere il naso a qualcuno. E allora perché non mettere in copertina l’immagine di un astice? Distrazione? Ignoranza? Tanto chi se ne accorge?

Qualcuno potrebbe obiettare che la vita è già troppo complessa per mettersi a disquisire di astici e aragoste. Però se andate su Internet vi renderete conto che esistono decine di siti che affrontano l’argomento non da un punto di vista linguistico, ma culinario. Chef e aspiranti tali si danno molto da fare per spiegarci la differenza tra questi due animali e i vari modi di cucinarli. Per loro è una differenza mica da poco. E allora perché non prestarvi attenzione anche da un punto di vista linguistico, come fa Licia Corbolante nel suo blog (andate a leggere il suo post!)?

Dopo aver letto le osservazioni di Coppola e Corbolante non vedrete mai più un’aragosta con gli stessi occhi.

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