Scibbòlet di ieri e di oggi

Nel libro del Vecchio Testamento detto Giudici, si narrano le vicende delle dodici tribù d’Israele nella terra di Canaan mille anni circa prima della venuta di Cristo. Tra le tante storie, spicca quella del conflitto tra due tribù semitiche, i galaaditi e gli efraimiti, e del modo originale con il quale fu risolto. È opportuno citare il passo per intero perché è uno dei più stupefacenti che è dato leggere nella Bibbia:

Gli uomini di Èfraim si radunarono, passarono il Giordano verso Safon e dissero a Iefte: “Perché sei andato a combattere contro gli Ammoniti e non ci hai chiamati con te? Noi bruceremo te e la tua casa”. Iefte rispose loro: “Io e il mio popolo abbiamo avuto grandi lotte con gli Ammoniti; quando vi ho chiamati in aiuto, non siete venuti a salvarmi dalle loro mani. Vedendo che non venivate voi a salvarmi, ho esposto al pericolo la vita, ho marciato contro gli Ammoniti e il Signore li ha consegnati nelle mie mani. Perché dunque siete venuti oggi contro di me a muovermi guerra?”. Iefte, radunati tutti gli uomini di Gàlaad, diede battaglia a Èfraim; gli uomini di Gàlaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: “Voi siete fuggiaschi di Èfraim; Gàlaad sta in mezzo a Èfraim e in mezzo a Manasse”. I Galaaditi occuparono i guadi del Giordano in direzione di Èfraim. Quando uno dei fuggiaschi di Èfraim diceva: “Lasciatemi passare”, gli uomini di Gàlaad gli chiedevano: “Sei un Efraimita?”. Se rispondeva: “No”, i Galaaditi gli dicevano: “Ebbene, dì scibbòlet”, e se quello diceva: “Sibbòlet”, non riuscendo a pronunciare bene, allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quell’occasione perirono quarantaduemila uomini di Èfraim (Gdc, 12, 1-6 Bibbia CEI).

Ben 42.000 persone, dunque, persero la vita per aver pronunciato una parola in maniera sbagliata. Esagerazioni bibliche, direte! Cose che oggi non succedono più. Ma siamo davvero sicuri? Ieri 4 ottobre 2013, una notizia pubblicata sul «Corriere del Mezzogiorno» mi ha fatto capire che gli scibbòlet sono presenti anche nella nostra società e, se non uccidono, poco ci manca.
La notizia riferisce la vicenda di  Mariacristina, una donna napoletana che, andata a Lugano per un colloquio di lavoro come receptionist, è stata esclusa dopo appena 20 secondi per il suo accento napoletano. «Mi hanno fatta parlare 20 secondi, il tempo di ascoltare l’accento. Come se non mi avessero già sentita per telefono e non ci fosse scritto sul curriculum, che sono di Napoli» ha detto la giovane napoletana. Xenofobia? Razzismo? Qualsiasi sia la spiegazione dell’accaduto, la conclusione non può che essere questa: ancora oggi nel XXI secolo, pronunciare le parole in un certo modo può causare danni enormi. Gli scibbòlet esistono e provocano ancora divisioni tra i popoli. Oggi come in passato. E quando è in gioco il lavoro, è questione di vita e di morte. Come ai tempi degli efraimiti. Anche se noi pensiamo che queste cose non succedano più. 
Questa voce è stata pubblicata in errori di traduzione. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.