“Condanno ma ci guadagno”: l’atteggiamento ipocrita della Chiesa nei confronti della prostituzione

Chartres

In un post precedente, ho già fatto notare i pubblici apprezzamenti che padri della Chiesa cattolica come Agostino e Tommaso hanno rivolto alla prostituzione considerata la “sentina della società”: puzzolente, ma indispensabile. La recente pubblicazione del libro Vendere e comprare sesso della ricercatrice Giulia Garofalo Geymonat (Il Mulino, Bologna, 2014), mi permette di tornare sull’argomento abbinando alla “teoria” dei teologi la “pratica” delle consuetudini medievali. Garofalo Geymonat si sofferma brevemente sull’atteggiamento della Chiesa cattolica medievale nei confronti della prostituzione, facendo notare come se, da un lato, la Chiesa condannava questo “mestiere” perché immorale e contrario ai precetti cristiani, dall’altro traeva da esso sostanziosi guadagni su cui, ormai, si sa più di qualcosa. Ecco cosa dice la ricercatrice:

Non solo il clero alto e basso usufruiva spesso dei servizi delle prostitute, ma la gerarchia ecclesiastica era anche talvolta direttamente coinvolta nella gestione della prostituzione, poiché i quartieri a luci rosse o i singoli bordelli si trovavano non di rado su terreni di proprietà della Chiesa, cui venivano pagati affitti e imposte. Uno dei più celebri esempi della tolleranza in stile medievale è infatti quello di Londra, dove, a partire dal 1161, si creò una cogestione fra il re Enrico II e il vescovo di Winchester, il quale aveva affittato ai conduttori di bordelli le sue terre nella zona di Bankside, Southwark. L’accordo prevedeva che i bordelli restassero chiusi la domenica e nelle feste religiose, e che pagassero affitti al vescovo e tasse al re. Il re in cambio garantiva l’imposizione di un certo numero di regole nella zona destinata alla prostituzione. Erano innanzitutto imposti prezzi massimi, sia per quanto riguarda i costi che le donne pagavano ai bordelli sia per le prestazioni finali ai clienti. Inoltre, non si poteva giocare d’azzardo o bere alcol nei bordelli – misure queste che, è bene notare, sono considerate tutt’oggi spesso utili alla sicurezza delle sex worker nei luoghi di lavoro. Il re si assicurava poi che le donne che lavoravano nel quartiere non fossero in situazione di costrizione, e che potessero entrare e uscire a loro piacimento. Infine, la cogestione imponeva di cacciare alcune donne. Era infatti ufficialmente proibito lavorare nella zona a luci rosse alle donne con visibili malattie veneree, a quelle sposate, alle donne incinte, nonché alle suore!.

Garofalo Geymonat ricorda, inoltre, che, nel Medioevo, alcuni gruppi di prostitute partecipavano al finanziamento di opere pubbliche e religiose. La celebre Cattedrale di Chartres, ad esempio, costruita fra la fine del 1100 e la prima metà del 1200, presenta delle vetrate che furono donate, appunto, dalle prostitute francesi.

Contrariamente a ciò che si ritiene, non è insolito che un fenomeno deviante contribuisca al “benessere della società”. Ho definito questa prospettiva “enantiodromica” (da Eraclito) e ho deciso di approfondirla in un libro di prossima pubblicazione. Vedremo in seguito come questa sia una delle ragioni per cui è probabile che crimini e devianza non spariranno mai dalla società: perché la società ne ha bisogno!

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3 risposte a “Condanno ma ci guadagno”: l’atteggiamento ipocrita della Chiesa nei confronti della prostituzione

  1. Roberto Sxyz scrive:

    Chiunque legge l’articolo non deve farsi influenzare da come si critica il problema del passato. Una delle cose da considerare, se si è credenti, è che la Chiesa Cattolica afferma di essere infallibile. Se i bordelli sono stati permessi c’era un motivo e se oggi Papa Francesco approva la riapertura della case chiuse c’è anche un valido motivo. Noi credenti siamo cresciuti nell’ignoranza ma c’è una battaglia secolare su questo problema della prostitute. Innanzitutto chi andava a prostitute non erano per esempio sacerdoti o frati ed assumo e presumo che sia così. Perciò il dire che Cristo è un puttaniere è falso insegnamento. Noi siamo figli di Maria Vergine e non siamo Cristo perché il Cristo divide i beni nell’ammontare della metà dei beni. Dobbiamo invece analizzare e capire cosa è andato storto e se è andato storto, e dobbiamo studiare se ci sono atti di ribellione. Si scrive in giro che le prostitute pagavano la metà dei loro incassi, perciò dal momento che erano al servizio della Chiesa Cattolica, questa ingente donazione forzata le ha fatte unite a Cristo in spirito, come fossero suore di clausura. Di conseguenza gli uomini possono avere avuto sesso con donne che erano in una condizione metafisica e cioè con donne che avrebbero sognato di fare sesso nello spirito mentre lo facevano anche con il corpo nei bordelli. Mai nessuno nel Vaticano ha spiegato l’entità di questo peccato ma la storia ci insegna che dovettero tagliare naso e mani agli uomini che andavano a prostitute per farli smettere. Dunque furono chiusi i bordelli ma rimasero nel mondo i “pimp” criminali. Siamo finiti peggio di prima! I pimp potrebbero essere militari evangelisti che tentano di fare suore prostitute evangeliste. Capite il guaio? Noi non sappiamo tutt’ora se i bordelli degli anni seguenti all’anno 1000 erano un legittimo peccato oppure un peccato gravissimo che ha avuto il suo antagonismo.

  2. Antonino scrive:

    Ti fanno inginocchiare a mani giunte sul letto. E non hai più di 2 anni.
    Poi ti fanno rivolgere la preghiera al gregario di Dio; un angelo! E la tua mamma e’ li’!
    Accanto a te e ti guida verso Dio.
    Poi cresci, cresci, cresci. E scopri che chi ti ha offerto la vita ti gabba!!
    E mai ti raccontano la verità’. Perché’ non la sanno!!!
    Da ragazzo, convintamente proteso verso la santità, desideri di emulare san Domenico Savio, Marcellino pane e vino, e ti propongono films in super otto(1956) come: “Dio ha bisogno degli uomini” dove il prete manca e i parrocchiani, su di un’ isola, implorano il sagrestano, impastato di funzioni, di sostituirsi al prete stesso!
    Perche’ in effetti Dio, da solo, non sa guidare il Gregge!
    Fino a quando? Ai posteri l’ ardua sentenza!

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